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“Werfer-Regiment 71” in Sicilia 1943-2023. La Storia che dopo 80 anni unisce mare, guerra, scoperte e passione. Il Werfer-Regiment 71, era un unità d'artiglieria tedesca concepita per operare in ambienti tropicali. Il reggimento fu formato in Germania nell’autunno del 1942, e fu suddiviso in 4 battaglioni a loro volta suddivisi in 3 batterie ciascuno armate con i lanciatori multipli Nebelwerfer 41 da 150 mm a 6 canne e Nebelwerfer 42 da 210 mm a 5 canne. Il I. Abteilung, formato dal “Nebel-Abteilung 9”, nel novembre del 1942 fu inviato a Lecce in Italia, e da lì fu trasferito in Libia. Dopo i duri scontri avvenuti contro gli

Alleati in Tunisia, il 9 maggio 1943 il battaglione si arrese alle preponderanti forze del nemico. Il II. Abteilung, formato dal “Werfer-Abteilung 71”, all'inizio di febbraio del 1943 raggiunse Reggio Calabria e da lì fu traferito via aerea a Sfax in Tunisia. Il 12 maggio 1943 anche questo battaglione venne catturato dagli Alleati. La 6° Batteria del II. Abteilung, invece, che non fu trasferita in Africa, rimase in Italia nei pressi del paesino di Seminara, a 3 km da Palmi in Calabria. Il III. Abteilung, il 2 marzo 1943 fu trasferito in Calabria. Lo Stabsbatterie si stabilì nella Scuola Agraria di Palmi e le batterie si accamparono in un uliveto vicino alla baia di Gioia Tauro in attesa di essere inviati in zona di guerra. Ma a causa della sconfitta degli eserciti dell’Asse in Tunisia nel maggio del 1943, il battaglione non fu mai traferito in Africa. Il IV. Abteilung, nel maggio del 1943, fu rinominato II. Abteilung e trasferito in Italia. Dopo la disfatta in Africa Settentrionale e l’imminente sbarco Alleato sulle coste italiane, il reggimento fu assegnato alla 15. Panzer-Grenadier-Division di stanza in Sicilia. A quell’epoca il Comandante del Werfer-Regiment 71 era il Colonnello Rockstroh, mentre il Comandante del II. Abteilung era il Maggiore Hüttig e il Comandante del III. Abteilung era il Capitano Brandt. Durante le operazioni militari sull’isola i veicoli del Werfer-Regiment 71 portavano come stemma una stella bianca con la lettera W (Werfer) al suo interno. Il 22 maggio 1943 il reggimento raggiunse Villa San Giovanni nei pressi dello Stretto di Messina e fu traghettato in Sicilia. Sbarcata, la colonna di mezzi e uomini si mise in marcia lungo la strada costiera attraversando Messina, Taormina e Catania, costeggiando le pendici del Monte Etna, per poi addentrarsi nell'entroterra fino a Regalbuto, Agira, Leonforte, Enna, Caltanissetta e San Cataldo. Lì, il II. Abteilung si attestò e fu allestita una postazione di fuoco a Serradifalco. Il III. Abteilung invece continuò verso sud-est da Caltanissetta fino a Barrafranca dove si attestò. Lo Stato Maggiore del reggimento invece si spostò all'estremità occidentale della Sicilia e si stabilì a Partanna. Il Werfer-Regiment 71 fu distribuito sulla costa sud-occidentale della Sicilia e lì attese l’arrivo degli Angloamericani. Nelle prime ore del 10 luglio 1943 gli Alleati sbarcarono in Sicilia. Il primo contatto con il nemico, per il Werfer-Regiment 71, avvenne nel settore del II. Abteilung. Nella notte tra il 10 e l’11 luglio 1943 le batterie si erano spostate da Serradifalco raggiungendo una posizione avanzata alle spalle della cittadina di Canicattì per coadiuvare l’attacco dei panzer alla testa di ponte americana sulle spiagge di Licata e Gela. Ma la superiorità schiacciante dell’artiglieria nemica costrinse le batterie di Nebelwerfer a cambiare posizione e a ritornare sulla linea di fuoco originale di Serradifalco. A Barrafranca, invece, la 7° Batteria del III. Abteilung aprì il fuoco con i Nebelwerfer 42 da 210 mm sul nemico che era arrivato nella vicina cittadina di Mazzarino, distruggendo 3 carri armati che avanzavano, ma non servì a molto perché le preponderanti forze del nemico sfondarono la sottile linea tenuta dalla fanteria tedesca e anche questa batteria fu costretta a ritirarsi. Nei giorni a seguire la 6° Batteria (II. Abteilung) e la 7° Batteria (III. Abteilung) furono costrette spesso a ritirarsi. Da Leonforte si spostarono ad Agira, per poi raggiungere Gagliano Castelferrato e infine attestarsi a Troina. Qui l’attacco degli Alleati fu così travolgente che per respingerlo i serventi di alcuni lanciarazzi dovettero utilizzare le mitragliatrici e le bombe a mano, anche qui il tiro dell’artiglieria Alleata fu devastante. Dopo Troina le batterie si spostarono nella zona di Bronte, dove un tentativo di avanzata del nemico, che sfruttava la copertura di alcune alture nelle vicinanze, fu sbaragliato dal micidiale fuoco dei lanciarazzi tedeschi. Esaurite le munizioni, le batterie cominciarono a ritirarsi sulla strada che da Cesarò porta a Randazzo, accampandosi a Santa Domenica Vittoria. Non meno difficili furono le azioni di combattimento delle altre batterie del Werfer-Regiment 71 posizionate a Castelvetrano, Partanna, Sciacca, Porte Empedocle, Agrigento, Enna, Caldare, Piazza Armerina, Menfi, Nicosia, Biancavilla e Adrano. Come ultima azione in Sicilia, le batterie del Werfer-Regiment 71 si posizionarono per coprire la ritirata delle truppe italotedesche verso Messina. Dopo 2 mesi e mezzo di servizio e 6 settimane di combattimento in Sicilia, il 13 agosto 1943 ciò che restava del reggimento traghettò, attraverso lo Stretto di Messina, raggiungendo nuovamente la Penisola, il trasferimento avvenne senza perdite. Il reggimento continuò la campagna d’Italia partecipando alla Battaglia di Cassino nella primavera del 1944. Oggi testimoni di tali vicende belliche e dell’uso di queste micidiali armi durante l’Operazione Husky, avvenuta ottanta anni fa, sono alcuni ritrovamenti fatti sul territorio siciliano negli ultimi anni. Tra il 2000 e il 2010 in alcune masserie nella zona tra Regalbuto e Agira sono stati scoperti dai membri dell’Associazione Storico Culturale “Battaglia di Sicilia” di Scordia (Umberto Lugnan e Giuseppe Bernardo) alcuni contenitori cilindrici in cartone pressato che contenevano il munizionamento dei lanciarazzi Nebelwerfer (210mm e 150mm), e che i contadini utilizzavano per la conservazione e la stagionatura delle mandorle. Ma nell’ultimo periodo è venuto alla luce un nuovo ritrovamento che conferma ulteriormente il passaggio di questo reggimento sul nostro territorio: nelle acque antistanti il porticciolo di Santa Maria La Scala, durante un’immersione di ricerca e soccorso di dispersi, sono stati localizzati diversi razzi Nebelwerfer (probabilmente 15 cm Wurfgranate 41 wKh Nebel) adagiati sul fondale roccioso. La scoperta di questi ordigni è stata effettuata dai sub dell’Associazione Futuro Mare di Catania ( Mario Gangi, Carmelo La Rocca, Pippo Strano, Guido Capraro, Mauro Galeano, Alessandro Lombardo e Marco Gimmillaro) che hanno immediatamente contattato la Sovrintendenza del Mare, la Prefettura di Catania e il Nucleo SDAI della Marina Militare di Augusta (che si occuperà della bonifica della zona). Tale ritrovamento però non identifica la “Timpa” di Acireale come zona di operazioni belliche dei lanciarazzi tedeschi ma solo come una delle tante discariche di residuati bellici, gettati lì dopo le bonifiche nell’entroterra avvenute nell’immediato dopoguerra (come il campo di bossoli a Capo Mulini o la discarica di ordigni di fronte al Porticciolo di Ognuna). Umberto Lugnan. Fonti storiografiche: "Die Nebel und Werfertruppe Regimentsbögen Teil 1 und 2", scritto da Rolf Weber, per Kameradschaft der Abc-Abwehr-und Nebelwerfer-Truppe nel 2000, da p. 278 a p. 281. "Batterie…Fuoco!", scritto da Andrea Lombardi, edito da EFFEPI nel 2006, p. 254. “Nebeltruppen. Les lance-fusées de l’armée allemande 1939-1945. Uniformes-Isignes-Organisation”, scritto da Franck Bachmann e Jaques Maignon, edito da H&C nel 2019, da p. 86 a p.93. Fonti Fotografiche: Mario Gangi, Umberto Lugnan e Web.

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