RIPARTIRE DALLE REGOLE
Come è noto, le 871 aree naturali protette italiane (di cui 32 aree marine) sono tutelate dallo Stato e dalle Regioni attraverso il dettato della Legge 394/1991 e succ. mod..
Si tratta di una Legge Quadro che con i suoi numerosi principi fondamentali costituisce il primo strumento utile a tutelare, conservare e valorizzare quelle porzioni di patrimonio naturale destinate al depauperamento per effetto antropico.
Grazie a questo strumento normativo vaste aree naturali (terrestri e marine) sono state sottoposte a restrizioni sia per arrestare il selvaggio sfruttamento delle risorse naturali, sia per garantire una migliore fruibilità all’utenza (almeno quella dotata di senso civico).
Un rapporto direttamente proporzionale che, all’aumentare delle regole e delle restrizioni, ha visto vaste aree boschive e fondali marini ripopolarsi di molte specie ormai in via d’estinzione.
Al riguardo basti pensare che l’AMP di Capo Milazzo, instituita nel marzo del 2019 e secondo i principi dello sviluppo sostenibile, già a distanza di un anno ha subito una evoluzione tale da lasciare increduli gli stessi studiosi del settore.
Serranidi, Sparidi e infiniti esemplari di flora marina hanno occupato ogni anfratto di uno specchio acqueo divenuto via via sempre più trasparente e che gli infiniti visitatori hanno imparato a rispettare grazie alla serrata valorizzazione e promozione turistica posta in essere dai numerosi diving autorizzati.
Quindi è dalle regole che bisogna partire, ma non quelle regole “rafforzate” da “sterili e fantasiosi disciplinari” deputati a vietare tutto a tutti e che, peraltro, sono deleteri per l’intero indotto turistico-economico, ma quelle regole comportamentali che, legate proprio allo sviluppo sostenibile, rendono più armonioso il rapporto tra uomo e ambiente.
Si tratta di un rapporto più equilibrato che educa l’uomo alla valorizzazione e alla salvaguardia dell’ambiente e dei beni liberi, un patrimonio ereditiero che abbiamo il dovere morale di arricchire e promuovere per lasciarlo fruibile alle generazioni future.
