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Domani 8 giugno 2023 ricorre la Giornata Mondiale dell’Oceano, una ricorrenza che si celebra sin dal 1992 e che sottolinea l’importanza del Sesto Continente, elemento che rappresenta il 70 % della superficie che ricopre il nostro pianeta.

L’Ocean Literacy, istituto che studia le Scienze Marine, afferma che la Terra ha un grande Oceano – uno solo- dotato di molte caratteristiche e capace di connettere tutti gli esseri viventi al pianeta ed in quanto elemento di unione tutti noi siamo chiamati a rispettarlo.

L’Oceano è uno dei più importanti alleati nella regolazione del bilancio termico del pianeta e quindi del clima, poiché funge da vero e proprio termoregolatore della Terra, grazie alla preziosa funzione delle correnti superficiali e profonde.

Infatti, la complessa circolazione globale oceanica si manifesta attraverso la corrente termoalina che si muove dall’Equatore fino ai Poli, portando con sé il calore assorbito nella zona equatoriale e rilasciandolo man mano che si spostano verso latitudini più alte o più basse.

La corrente termoalina detta anche Grande Nastro Trasportatore è la più lunga corrente marina esistente che attraversa la Terra in un lentissimo movimento che sposta l'acqua dal profondo dell'Oceano fino alla superficie, portando con sé nutrienti - come il fitoplancton- che sta alla base della rete trofica marina e che è in grado di assorbire circa il 25% dell’anidride carbonica. 

La forza e la peculiarità dell’Oceano garantisce, inoltre, cibo alla popolazione mondiale, offrendo pesci, frutti di mare e piante che abitano le sue acque. Questi alimenti sono infatti indispensabili al sostentamento di oltre 5 miliardi di persone che attingono dall’Oceano importanti risorse come sodio, calcio, iodio, magnesio ed altri nutrienti essenziali per la stessa sopravvivenza.

Ma allo stato l’Oceano è soggetto ad una grave minaccia, il cambiamento climatico ed una delle tante cause è la plastica la cui produzione sembra ormai seguire ritmi incontrollati.

A partire dal 2005 si è registrata una presenza di plastica in mare tale da mettere in serio pericolo numerose specie viventi, un incremento che secondo le stime di enti accreditati, potrebbe addirittura triplicare entro il 2040 con risultati devastanti persino per la salute umana.

Difendiamo la nostra vita, difendiamo l’Oceano.

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