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Spesso ci viene chiesto qual è il periodo di demarcazione tra la subacquea artigianale e quella industrializzata; ebbene, possiamo affermare con assoluta certezza che tale periodo corrisponde agli anni 80.

Si tratta di un periodo storico importante poiché entra in vigore la legge che vieta la pesca subacquea con l’utilizzo dell’autorespiratore ad aria, attività peraltro bandita nel resto d’Europa già da molti anni.

Si comprende che il Mare si impoverisce con estrema velocità, le prede iniziano a scarseggiare ed i pochi esemplari rimasti vanno certamente protetti.

Ad ogni modo, in Italia, la caccia in apnea rimane ugualmente un attività consentita.

La legge che vieta la pesca con l’ausilio di autorespiratori inizialmente crea sgomento tra i vecchi “bombolari” e ciò anche il considerazione della nascita dei primi diving center che non ostentano a stigmatizzare.

Si tratta di centri di immersione che offrono corsi e servizi per una subacquea ricreativa, innovativa e più sicura e sviluppata secondo standard internazionali americani.

Crolla il mercato dei fucili ad aria compressa (quelli a molla erano già spariti agli inizi degli anni 60-70), ma le lungimiranti aziende prevedono ciò che stava per accadere.

Un numero sempre crescente di persone si avvicina al mondo della subacquea ricreativa tant’è che le stesse aziende si concentrano sulla produzione di attrezzature sofisticate e d’eccellenza.

Le attrezzature, quindi si avviano a subire grandi cambiamenti ed in particolare i duri erogatori monostadio diventano bistadio e più sensibili e capaci di fornire aria anche in condizioni estreme.

Grazie al sopravvento dei c.d. erogatori bistadio ad iniezione si passa dalla respirazione “a domanda” alla respirazione “ad offerta”, vale a dire che dopo il “primo stacco” (breve momento iniziale dell'inspirazione) l'aria affluisce da sola nelle condotte del secondo stadio, senza la necessità di proseguire lo sforzo per richiamarla; gli equilibratori idrostatici meglio conosciuto con l’acronimo GAV (Giubbetto ad Assetto Variabile) cambiano forma e da modello anulare diventano a jacket; le mute cambiano aspetto e consistenza, il vecchio e duro elastomero utilizzato per il confezionamento è presto sostituito da morbidissimo neoprene (monofoderato, bifoderato o liscio in base alle esigenze) e l’esclusivo nero si veste, invece, di colori sgargianti, e ciò anche in considerazione del fatto che la subacquea inizia a vestirsi di “rosa”.

L’elettronica prende il sopravvento, le torce alogene a pile vengono dotate di sofisticati sistemi e diventano sempre più potenti, i vecchi computer meccanici-analogici cedono totalmente il passo all’elettronica.

Via via le tabelle dei computer verranno costantemente aggiornate per rendere l’immersione sempre più sicura.

Si avvicina la fine del decennio e la cultura dei vecchi pionieri subisce radicali cambiamenti, moltissimi cacciatori già convertiti in subacquei ricreativi si convertono in ambientalisti.

Il fenomeno aprirà presto le porte al mondo della foto e videoripresa subacquea, attività fino ad allora riservata ai team di ricerca scientifica proprio in considerazione dei costi esorbitanti delle apparecchiature.

Sul punto non possiamo non richiamare la “”Calypso”, la nave oceanografica capitanata dal mitico Jacques-Yves Cousteau (11.6.1910-25.6.1997) che con i suoi primi video ha sbalordito il mondo intero e ha fatto sognare intere generazioni.

Si avvicina la fine del decennio e nel mercato si affaccia l’immersione con Nitrox, miscela di gas che promette l’abbattimento dei rischi dovuti all’insorgere di malattie da decompressione, specialmente nelle immersioni estreme di carattere professionale.

Inizialmente il Nitrox verrà utilizzato come gas decompressivo da alcuni professionisti del Trimix (miscela ternaria a base di elio, ossigeno e azoto) e ciò anche in considerazione dei costi di ricarica.

Bisogna arrivare agli inizi degli anni 90 per assistere all’ingresso in pompa magna del Nitrox e del Trimix in campo sportivo, un nuovo modo di concepire la subacquea ricreativa che via via sarà sempre più alla portata di tutti.

Nello stesso decennio entrano in vigore le norme CE dettate dal Cen - Centro Europeo di Normalizzazione che imporranno alle case costruttrici di realizzare prodotti secondo precisi standard di sicurezza, bandendo definitivamente i vecchi prodotti.

Arriva finalmente il XXI secolo e le apparecchiature video-fotografiche, aprono le porte anche alla subacquea ricreativa.

Le grosse videocamere scafandrate si riducono in piccole sport cam, le vecchie lampade alogene delle torce cedono il passo al led e con l’avvento del digitale le immagini realizzate promettono risultati strabilianti.

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