Il Piroscafo Siracusa
Era trascorso poco più di un anno da quando le ricerche effettuate dal Capitano di lungo corso Andrea Di Mauro, avevano svelato il mistero del c.d. “relitto della timpa” di Acireale, per anni creduto il Terni e invece risultato il Piroscafo giapponese Taikosan Maru.
Nel corso delle medesime ricerche storiche, coordinate da Ferdinando Maurici e Claudio Di Franco, della Soprintendenza della Regione Siciliana, il Capitano Di Mauro ha individuato un altro piroscafo risalente alla Grande Guerra.
Si tratta del piroscafo Siracusa, affondato a largo della plaia di Catania l’11 luglio 1917 a seguito di collisione con una mina di superfice strategicamente predisposta dal sommergibile tedesco UC 24.
Le coordinate poi inoltrate alla ODV Futuro Mare hanno così consentito agli istruttori subacquei Carmelo La Rocca, Giuseppe Strano e Mario Gangi, di organizzare una spedizione volta alla materiale ricerca del relitto.
Scendendo lungo la verticale delle coordinate fornite, alla profondità di circa 27 metri, in una distesa di sabbia, gli operatori subacquei hanno individuato un relitto spezzato in tre tronconi e parzialmente insabbiato e le cui caratteristiche sono risultate tutte riconducibili al piroscafo Siracusa.
Il piroscafo fino a qualche giorno addietro era conosciuto dai pescatori locali come “U vapuri da guerra”.
La storia del piroscafo Siracusa, quindi, è stata cosi ricostruita: “Siamo nel 1906 e in una giornata assolata del mese di settembre Alessandro Cerruti ed Eduardo Canali, due noti imprenditori genovesi, si recano presso un notaio torinese e sottoscrivono un importante rogito.
Quel rogito sanciva la nascita della Lloid Sabaudo, compagnia di navigazione, battente bandiera italiana e deputata al trasporto di merci e persone anche oltre continente attraverso l’esclusiva flotta di piroscafi.
Tra la flotta delle sue navi la Lloid Sabaudo annoverava anche il “Siracusa”, piroscafo a vapore impiegato nella tratta Genova-Mombasa e viceversa.
La nave con le sue 3187 tonnellate di stazza, misurava 101,5 metri di lunghezza, 13 metri di larghezza e 5,4 di altezza e possedeva un motore a tripla espansione capace di sviluppare 289 cavalli vapore.
Purtroppo, l’11 luglio 1917 mentre da Mombasa ritornava a Genova, il Siracusa, giunto all’altezza del Golfo di Catania, entra in collisione con una mina strategicamente predisposta dal sommergibile tedesco UC24 e di li a poco cola a picco ma con gli alberi affioranti a pelo d’acqua.
Negli anni successivi il progressivo insabbiamento del relitto ha garantito un tirante sufficiente alla sicurezza della navigazione tanto da ordinarne la cancellazione dalle mappe.
Nel corso dell’immersione è stato realizzato un video
(Calypso)
(soprintendenza del Mare della regione siciliana)
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0c4TABNzJ1qynih63n7B339NEEP2WW7HWb21GcEaaSdW5cDWpJUECjV8qsxaSDTkyl&id=100064499451921&sfnsn=scwspwa
Operatori subacquei che hanno partecipato alle operazioni di ricerca
Carmelo La Rocca
Mario Gangi
Giuseppe Strano
Guido Capraro
Mauro Galeano
Alessandro Lombardo
Marco Gimmillaro
Ricerche storiche a cura di Andrea Di Mauro Cap. L.C.