Gli occhi, così come tante altre forme di intelligenza, sono nati nel Mare, molto tempo prima che la vita approdasse sulla terraferma.
E’ indiscutibile, quindi, che questo sistema, propedeutico alla ricostruzione dello spazio circostante, è l’unico che ci consente di poterci guardare intorno e godere, ad esempio, di uno spettacolo della natura o per difenderci da un imminente pericolo.
“Vedere”, quindi, è indubbiamente un grande vantaggio per l’homo sapiens che, grazie a questo “strumento”, riesce a svolgere quasi tutte le attività umane, compresa quella di ritornare nel suo mondo primordiale: il Mare.
E chi non vede?
Fino a poco tempo fa pensare che un cieco potesse andare sott’acqua era pura fantascienza, insomma, come sostenere di potere colpire la luna con un sasso.
Oggi non è così, grazie ai nuovi standard di insegnamento (HSA) e all’avvento di nuove tecnologie capaci di assicurare costantemente le comunicazioni subacquee, anche i non vedenti possono riscoprire i segreti del sesto continente.
In questa fase, però, è proprio il disabile ad avere un ruolo principale nell’immersione che grazie agli “occhi amici” del suo tutor, ma soprattutto attraverso lo sviluppato senso del tatto riesce a raccontare un Mare come nessuno mai lo aveva “visto” prima.
Caso emblematico è Benedetta Spampinato che della sua invalidità ne ha fatta virtù.
Ma chi è Benedetta Spampinato?
Subacquea non vedente e detentrice - nell'anno 2007 - del record dimostrativo, omologato HSA, di immersione profonda (41 metri).
Noi di Calypsonews.com l’abbiamo voluta intervistare attraverso il suo tutor, Carmelo La Rocca, istruttore HSA.
LA ROCCA: Acitrezza. Incontriamo una nostra vecchia conoscenza che oggi ci parlerà della sua vita nel Pianeta Mare.
SPAMPINATO: Ciao, mi chiamo Benedetta Spampinato, Benny per gli amici, ho 38 anni e sono affetta da Amaurosi di Leaber, una forma congenita di retinopatia che porta alla cecità. Mi occupo essenzialmente di promozione del territorio ed in particolare di ospitalità diffusa, brand dedicato alla valorizzazione dell’ambiente, con maggiore attenzione ai beni culturali della città di Catania.
LA ROCCA: Questo è un atteggiamento molto nobile, ma puoi raccontare in che modo porti in giro i turisti?
SPAMPINATO: Ho un prezioso cane guida e grazie ai suoi occhi, insieme ai turisti, mi muovo liberamente e autonomamente nello spazio circostante.
LA ROCCA: e con i turisti di altri Paesi?
SPAMPINATO: Ho studiato lingue e questo mi permette di interagire con gente anche di altri Paesi
LA ROCCA: cosa ci racconti, invece, della tua vita subacquea’?
SPAMPINATO: La subacquea nella mia vita è entrata per caso, attraverso un corso a hoc organizzato dall’Università di Catania. Nel corso delle lezioni, quello che inizialmente sembrava disinteresse si è invece trasformato in un grande amore per il Mare, tant’è che attraverso i successivi corsi di perfezionamento ho pure realizzato un record dimostrativo di immersione profonda fino a 41 metri.
LA ROCCA: un particolare episodio che ti lega al Mare?
SPAMPINATO: Premesso che ogni immersione è sempre preceduta dal bacio di mia madre – mi porta fortuna - l’esperienza più emozionante è stata quando guidata per mano dal mio amico istruttore Carmelo ho interagito con un essere vivente di cui inizialmente non mi ero capacitata. Attraverso la spiegazione frattanto ricevuta nel granfacciale - scafandro dotato di interfono- ho compreso che si trattava di un polpo. Atra esperienza emozionante è stata l’inaugurazione del percorso tattile di Acitrezza. Per la prima volta ero io ad accompagnare i vedenti e spiegare loro come muoversi e raccontare ai nonvedenti il MIO mondo sommerso.
LA ROCCA: sei più ritornata nel percorso tattile
SPAMPINATO: purtroppo questo non è stato più possibile, questa immensa risorsa oggi versa in stato totale di abbandono e, quindi, non più fruibile e ciò non me lo spiego. Pensavo che l’AMP di Acitrezza si sarebbe preso l’onere di ripristinare il percorso, ma sino ad oggi ciò non è avvenuto.
Ad ogni modo, mi auguro che gli Enti preposti al controllo e monitoraggio possano, in qualche modo, intervenire affichè il percorso tattile venga ripristinato, visto che è stato realizzato con tanti sacrifici ed essenzialmente per “NOI”.