L'embolia gassosa (noto anche come malattia e\o patologia da decompressione MDD-PDD) è una condizione medica che può insorgere nei subacquei che emergono troppo rapidamente dalla profondità a cui sono stati esposti senza rispettare le dovute "soste" utili a smaltire l'azoto in eccesso accumulato.
Al riguardo è' bene ricordare che nel corso dell'immersione, l'organismo subisce tutta una serie di adattamenti per far fronte alla pressione dell'acqua, tra cui la dissoluzione di gas, come l'azoto, nei tessuti corporei. Questo gas si "scioglie" nei tessuti sotto forma di micro bolle che, giusto per avere un'idea, non è possibile distinguere ad occhio nudo. Quando un subacqueo emerge rapidamente dall'acqua, la diminuzione della pressione atmosferica fa sì che i gas disciolti nei tessuti si espandano rapidamente, formando bolle che possono ostruire i vasi sanguigni.
Spieghiamo meglio il concetto che interessa i subacquei e le immersioni in generale.
Durante i corsi si fa cenno ai Fisici che hanno formulato delle leggi che ancora oggi sono applicate. Il fisico Italiano Torricelli stabilì che a livello del mare la pressione dell'aria è 1 Kg per ogni centimetro quadrato, inconfutabile, in altre parole più semplici , ipotizzando una colonna d'aria larga 1 centimetro quadrato e alta 10 Km, anche le particelle che compongono questa "invisibile" colonna d'aria, hanno un peso . Esattamente di 1 Kg o 1 BAR.
Un altro fisico dell'epoca contemporanea a Torricelli, Henri, un ingegnere Francese, affermò che la solubilità dei gas influenza il liquido in base alla pressione parziale del gas sopra il liquido stesso. La legge afferma che, a temperatura costante, la quantità di gas disciolta in un liquido è proporzionale alla pressione parziale del gas che si trova in equilibrio con il liquido. In parole semplici , un gas può penetrare o disciogliersi o mescolarsi , in un liquido ed è direttamente influenzato dalla pressione.
Supponiamo di dover "gasare" una bottiglia o una lattina di una bevanda, sappiamo tutti e leggiamo nell'etichetta che la bevanda è addizzionata da Anidride carbonica CO2, un gas che le conferisce un gusto frizzante e inconfodibile .
Bene ma ci siamo mai chiesti come si addiziona la CO2 ?
Semplice in base alla legge di Henri sottoponendo il GAS CO2 dentro la lattina o un contenitore chiuso ermeticamente elevando la pressione a 4 BAR, la pressione stessa discioglie anidreide carbonica nella bevanda. Cioè le molecole di GAS si disciolgono nel liquido. Quindi il suo punto di equilibrio non è più di 1 BAR , ma si è alzato a 4 BAR.
Quando stappiamo la lattina questo equilibrio varia repentinamente , il liquido o la bevanda non avendo più la pressione che le faceva trattenere il GAS lo rilascia , sotto forma di bollicine e il GAS disciolto nel liquido tende a ritornare allo stato gassoso , e il liquido inizia il processo di liberare tutto il GAS in eccesso fino ad eguagliare la pressione di 1 BAR.
Abbiamo reso pittoresco il processo ma l 'esempio calza perfettamente e diventa facilmente comprensibile, nel nostro corpo o meglio il nostro sangue si comporta come il liquido della lattina. Nel nostro sangue c'è disciolta una quantità di Azoto in equilibrio con la pressione di 1 BAR, da dove proviene questo azoto ? Dalla miscela di aria che respriamo , la nostra aria , in montagna, a mare in pianura, ovunque abbiamo la pressione amosferica di 1 BAR (circa, in montagna qualcosina in meno) , la miscela è formata dal 21 % di ossigneno il resto è azoto e altri gas in misura o in % minore . L'azoto nel nostro metabolismo o processo ossidativo non prende parte è un GAS inerte come lo respiriamo lo espelliamo attraverso i polmoni.
Le cose cambiano in immersione, nei precedenti articoli avevamo spiegato che bastano 10 mt di acqua per avere 1 BAR di pressione, che si somma a quella dell'aria, quindi possiamo tranquillamente dire che a 10 Mt la pressione assoluta sarà di 2 BAR. Ed è qui che entra in scena la legge di Henri, la pressione di 2 Bar esercitata sul nostro corpo e respirando aria dalle bombole alla pressione ambiente di 2 BAR, fa sciogliere l 'azoto nel nostro sangue o sarebbe più corretto dire nei nostri "tessuti", grasso, organi, ossa etc . L'azoto continuerà a disciogliersi nei nostri tessuti , fino a SATURAZIONE, cioè i tessuti non potranno contenere molecole di azoto perchè abbiamo fatto il pieno e questo processo è legato direttamente al tempo che abbiamo trascorso alla profondità di 10 mt.
Volendo ritornare in superficie il gas disciolto nei tessuti, deve essere liberato ed i tessuti devono ritornare all'equilibrio di 1 BAR nel rapporto azoto disciolto . Man mano che si ritorna in superficie la pressione che grava sul nostro corpo diminuisce e l'azoto inzia a liberarsi nei tessuti va in circolo con il sangue e viene espulso con la normale respirazione attraverso gli alveoli polmonari. Ecco perchè si raccomanda una risalita lenta in maniera tale da dare all'azoto il tempo di incanalarsi verso i polmoni.
In una risalita veloce il GAS, non avendo iltempo di liberarsi naturalmente resterebbe presente nel nostro sistema circolatorio sotto forma di bolle (emboli) ed anche sotto forma di microbolle , che aggregandosi formerebbero bolle più grosse, diventano potenzialmente pericolose per il nostro organismo.
Tutto questo potrebbe scoraggiare l'immersione, ma posso assicurare che se si rispettano i tempi di risalita o le tappe di decompressione non c'è nessun rischio per il sommozzatore di contrarre un embolia gassosa.
Ho parlato di tappe di decompressione, magari chi legge è un subacqueo brevettato e conosce bene l 'argomento , ma visto che gli articoli sono scritti per i neofiti dobbiamo spiegare bene l' argomento senza tralasciare nessun particolare per potersi avvicinare a questa splendida disciplina senza nessun timore . Avevamo detto che il tempo di permanenza influisce non solo nei consumi d'aria, ma anche la quantità di azoto che immagazziniamo nei nostri tessuti, vi starete chiedendo , come farete a calcolare i tempi. Anni e anni fa, esistevano delle TABELLE (ma ci sono ancora'oggi anche se diverse) sviluppate dalla U.S. Navy, e ci si immergeva utilizzando quei dati si portavano sott'acqua e in base al tempo di permanenza e la profondità massima raggiunta venivano riportati delle tappe di "attesa" a determinate profondità, con questo metodo io, come tanti altri subacquei ci siamo immersi senza mai incorrere in alcuno incidente.
Con le attrezzature odierne e con l 'aiuto delle tecnologie attuali, l 'immersione è diventata ancora più sicura, ci sono in commercio dei computer subacquei (cosi chiamati) dei veri gioellini e intrisi di tecnologia all'avanguardia, che riescono a calcolare l'assorbimento di azoto tenendo conto dei molteplici tessuti che compongono l'essere umano simulano il diverso assorbimento di 9/12/14 e anche più tessuti e riescono a calcolore con un algoritmo i vari tempi di permanenza , i minuti di decompressione accumulati, le tappe e tante altre informazioni. Con una rapida consultazione su questo strumento oggi il subacqueo può dedicarsi con più tranquillità e sicurezza alle sue immersioni. Ma per spiegare tutte le sue funzioni e caratteristiche dobbiamo trattare l' argomento in un articolo specifico.
Ultima e non meno importante argomento , nel caso si dovesse sviluppare un embolia gassosa e se ne riconoscono i sintomi nel dopo immersione, ci sono dei centri iperbarici , di solito negli ospedali delle città metropolitane, dove se c'è il sospetto di un embolia gassosa in atto , si può trattare facendo entrare il paziente in una camera chiusa che sarà pressurizzata e porterà il subacqueo alla stessa pressione dell'immersione fatta. Con questo trattamento le bolle che sono rimaste in circolo per effetto della pressione si riducono e si disciolgoo nuovamente nel sangue. A questo punto l 'operatore o il personale medico responsabile della camera iperbarica, ricomincia una risalita lenta in modo da permettere al paziente di espellere l 'azoto attraverso la respirazione . Spiegata molto empiricamente, non essendo un medico iperbarico non mi cimento in spiegazioni tecniche e mediche ove non ho profonda conoscenza.