Nei nostri racconti vi abbiamo sempre parlato di immersioni, di ricerca di relitti e di altre scoperte fatte in un mondo che non finisce e non finirà mai di stupirci: il sesto continente.
Questo ci piace raccontare e questo continueremo a raccontarvi della nostra amata Sicilia che non smette di evidenziare tracce antiche, simbolo della nostra stessa esistenza.
Una storia importante, una storia che è opportuno divulgare, una storia che ancora una volta ci regala un emozione, una storia per non dimenticare.
Ci troviamo in Sicilia ed in particolare a S. M. La Scala, piccolo borgo dell’acese a pochi chilometri da Catania.
Questo luogo intriso di storie e antiche leggende nel corso dei due conflitti mondiali è stato sia punto di riferimento per le forze alleate sia teatro di efferate battaglie, le cui tracce, ancora oggi, sono ben visibili anche nei bassi fondali.
Infatti, anni or sono, proprio in questo tratto di mare i subacquei dell’ODV Futuro Mare, nel corso di un’immersione hanno localizzato a circa 20 metri di profondità alcuni elementi bellici al tempo non meglio identificati.
Si tratta di un ritrovamento che pur essendo noto a qualche subacqueo locale, di fatto nessuno, sino ad oggi, era riuscito a dare una descrizione dettagliata di tali elementi.
E così, attraverso recenti e approfondite ricerche sviluppate da appassionati di settore si è riusciti a risalire alla vera identità di tali elementi.
Attraverso la comparazione tra le foto estrapolate dal video prodotto e le immagini storiche di repertorio si è ottenuta una perfetta corrispondenza propedeutica a identificare con assoluta certezza il materiale bellico in esame.
Si tratta di razzi Nebelwerfer, utilizzati nel corso della seconda G.M. dalle Nebeltruppen, truppe tedesche specializzate nella guerra chimica.
Nebelwerfer, che in termini più comprensibili si traduce in fumogeno, era uno strumento inizialmente utilizzato per assicurare una buona copertura alle truppe che frattanto avanzavano evitando in tal modo di offrire un facile bersaglio al nemico.
Piu avanti fu compreso che i razzi potevano anche trasportare materiale esplosivo e così, presto, furono utilizzati come armamenti di artiglieria.
Il successo fu sorprendente…ma questa storia noi non la dimenticheremo.
Si ringrazia il Capitano di L.C. Andrea Di Mauro, Marco Gimmillaro e Umberto Lugnan per il prezioso contributo delle ricerche storiche.