Il fluido della mia isola si chiama Mare
Amo il Mare profondamente e ne ho pieno rispetto, ma nel contempo lo temo pure quando forte e possente flagella la scogliera per far sentire la sua voce.
Se chiudo gli occhi e provo ad immaginarlo un caleidoscopio di colori si materializza nella mia mente e, rapito da tinte cangianti, godo di quelle emozioni più intime di cui sono sempre alla costante ricerca.
E’ una delle più belle esperienze che si possa vivere, tant’è che la stessa comunità scientifica, attraverso lo studio delle neuroscienze e della psicologia ambientale, ha spiegato l’intimo rapporto tra Mare e cervello.
Il Mare ha la capacità di trasformarci in persone migliori di quelle che siamo.
Infatti, vicino al Mare la nostra mente stimola la produzione di sostanze chimiche capaci di fare innalzare il livello base del nostro stato di benessere.
Non a caso lo scienziato Wallace J. Nichols parla di “Blue Mind”, cioè di una sorta di stato meditativo propedeutico a sviluppare un senso generale di felicità e soddisfazione nei confronti della vita nell’istante presente.
Amare il Mare, quindi, non significa praticare attività frenetiche sulla sua superficie o prendere la tintarella per migliorare l’aspetto fisico, amare il Mare vuole dire osservarlo nella sua infinità ed intimità, affidarsi alla correnti e fluttuare tra le onde avendone sempre un grande rispetto.
Lui è capace di regalare molti stati d'animo, è lì che ascolta quello che c'è nel tuo cuore.